Leggerli in fila è istruttivo assai

I giornali della domenica io li leggo il lunedì: la domenica di solito è dedicata ad attività più salutari, come portare i figli qui. Questa mattina quindi mi sono letto il Rifo di ieri, cominciando da un editoriale di Andrea Romano, che si conclude con queste parole (leggetelo tutto però, che -al solito- merita).

Una leadership, una politica. È questa la legge che tiene in piedi i partiti democratici nell’era della personalizzazione. Nel PD sequestrato dalle tribù uguali e contrarie di veltroniani e dalemiani la leadership è scomparsa da tempo e la politica viene nascosta con cura sotto il tappeto, anche mentre le pareti di casa stanno crollando. Facciano pure: in fondo è il metodo che hanno seguito nell’ultimo decennio. Ma almeno chi ha intenzione di rimettersi a costruire si liberi dall’abbraccio dei serafici distruttori.

Andrea Romano su Il Riformista del 23 novembre

Poi sono passato a Repubblica (di oggi) e ho dedicato il viaggio in metropolitana all’intervento di Giuseppe D’Avanzo, che coglie nel segno.

Se prendere atto delle metamorfosi non significa condividerle, si può dire e non è una provocazione che la declinazione della politica di Obama ha più a che fare con la giovane classe dirigente della Lega che noti con i giovani leoni senza denti del Partito Democratico. Converrà allora che quei giovani si diano da fare, Riscoprano il conflitto […]. Diano battaglia. Soltanto con un conflitto aperto di ideali, progetti, analisi, competenze, soltanto con un conflitto leale nella raccolta del consenso, quindi nella misura di un concreto radicamento sociale, si potrà coltivare la speranza di un nuovo riformismo, la convinzione di potercela fare a cambiare l’Italia, a fermarne il declino e la deriva autoritaria. Altra ambizione non può esserci e, se c’è non è soltanto mediocre. E perdente e, peggio, noiosa come un’impotente lagna.

Giuseppe D'Avanzo su la Repubblica di oggi

Coglie nel segno, dicevo. Non per la polemichetta inutile(*) con Sofri Jr. (se vi interessa la sua replica, è qui) o con Adinolfi (se vi interessa la replica, cercatela e ditemi dov’è perché io non l’ho trovata è qui). Sarà che li ho letti uno in fila all’altro, ma concordo con D’Avanzo proprio nella misura in cui il suo articolo è “connesso” a quello di Andrea. Nella misura in cui sprona una generazione -scusate se insisto– a non aspettare il numeretto e a dare battaglia, a riscoprire il conflitto. Nella misura in cui si sposta l’attenzione dal ricambio generazionale fine a se stesso ad altre due questioni se vogliamo affini, ma assai più essenziali: l’accountability di chi governa un partito e la effettiva contendibilità della leadership.

(*) A proposito di polemichette inutili: anche io ho polemizzato con Luca Sofri (tra l’altro proprio sul concetto di “conflitto“, che io non vedo e lui si), ma non ho mai dubitato della sua buona fede come invece sembra fare D’Avanzo. Sul perchè D’Avanzo mette insieme come esempio negativo di “ggiovane” persone così diverse, non vorrei avesse ragione Ciccio.

3 pensieri riguardo “Leggerli in fila è istruttivo assai

  1. Allora, contribuisco anch’io con la mia …diciamo polemichetta, o forse solo una verità che nessuno o almeno pochi intendono esprimere, chissà poi perchè.

    Io faccio politica da qualche anno ciò nonostante, quando sento il solito argomento circa il mitico ricambio generazionale mi viene da sorridere, un sorriso peraltro anche amaro…o forse solo ironico, considerando i protagonisti, i fautori del ricambismo, come se ci trovassimo tutti in un negozietto di autoricambi – sostituire il pezzo obsoleto – Enrico Berlinguer vi avrebbe preso a calci nel culo ma questo è…la politica è cambiata, oggi tanti galletti amburghesi che cantano all’interno del loro pollaio, galletti che poi in realtà sono solo inconcludenti, incapaci di fare proposte politiche e programmatiche e magari anche condivise, molto forti al contrario a comportarsi come tanti savonarola da strapazzo o peggio , dei robespierre da avanspettacolo e vi faccio anche degli esempi.

    Prendete il blogger Mario Adinolfi.
    Lui si candidò qualche tempo fa a sindaco di Roma, contro lo stesso Walter Veltroni, prese lo 0,01%, una trombata così sonora ( per un ricambista generazionale) che la udì anche la buonanima di Marco aurelio dall’alto del suo cavallo posto sul colle capitolino.
    Dopo l’incoronamento del reuccio “Uolter” al Lingotto, un incoronamento peraltro assolutamente incontrastato, il buon Adinolfi, iniziò a sprizzare felicità da tutti i pori ( e lui di pori ne ha davvero molti), un veltroniano su larga scala, fotografie insieme al sindaco sulla balconata del Campidoglio, post sul suo blog cui magnificava la nascita di un partito davvero democratico. Si candidò anche alle primarie sempre contro Veltroni, ( il contro senso adinolfiano) ottenne 5900 consensi su scala nazionale, un buon risultato davvero… anch’io mi candidai a quelle primarie, solo che rigettarono la mia candidatura con la scusa della mancanza di firme necessarie ( non è vero), feci ricorso insiema a Pannella, i giornali ne parlarono, ed io definii quelle farse primarie….primarie secondarie.

    A differenza di altri, tutti scappellati di fronte al reuccio, il sottoscritto sin dai congressi dei DS e della Margherita, iniziò da subito a criticare quella che poi definirono ” una fusione a Freddo” tra due partiti che in comune non avevano nulla ne storia, ne radici, ne ideali, ne ideologie anche se oggi dicono che le ideologie non sono più di moda, relegandole al sessantotto, epoca del Sofri senior. Questa mia posizione peraltro molto conosciuta negli ambienti politici, certamente contribuì anche alla mia ghettizzazione ( basterebbe ascoltare un mio intervento in un dibattito pubblico di Italia dei valori per rendersi conto di come la penso.
    Ma parte tutto questo che potrebbe lasciare anche il tempo che trova; due riflessioni sull’argomento in questione ovvero: il ricambio di generazione in politica.

    Io sono convinto che non occorra tale ricambio o meglio, esso avviene in modo naturale, un leader, un politico lascia il posto ad un altro quando ritiene di non aver più nulla da dire o perchè è troppo vecchio o perchè viene a mancare il consenso, certamente non rinuncierà solo perchè qualche fesso che si dice giovincello ( attempato), pretende di assumere cariche di responsabilità, non ha poi nessuna importanza se non capisce nulla o magari è totalmente incompetente, lui è giovane quindi ha dalla sua il sacro diritto alla corona – è sempre stato dimostrato che solitamente un giovane non combina una mazza se almeno inizialmente non è guidato da un esperto anziano. Come mai non fate battaglie per mandare a casa il presidente della repubblica, un uomo ottantenne e perchè non il papa anch’esso ottantenne, e perchè non mandare in pensione i tanti artisti, scrittori, registi, scenziati, cattedratici, premi nobel- tutti a casa perchè ora abbiamo quel ricambio generazionale che salverà il mondo, anche Obama potrebbe praticamente far parte della schiera dei vecchgi arnesi della politica.

    Io penso che seguendo questa strada, voi sarete solo dei perdenti perchè dalla vostra avete due grandi difetti che non riuscite a superare.

    Parlate troppo senza concludere nulla di buono e il perchè lo sopra spiegato. Siete anche dei codardi perchè non avete coraggio di battagliare, insomma, il potere lo si ottiene o per discendenza, o per cooptazione, o per abbattimento della vecchia guardia, quest’ultima opzione è quella idonea a voi.

    Avete le palle e la capacità per disarcionare la vecchia guardia ?

    Adinolfi Mario, fa il giornalaio a RED TV ( Massimo D’Alema)
    altri sono piccoli piccoli veltronini. Sofri non mi sembra molto indicato anche se fa parte di quella ventina di giovani promesse democratiche..

    Rutelli Francesco fa le bizze e si è stufato di far parte del Partito Democratico, vuole agganciare Pier Ferdinando Casini con la speranza di formare una vasta area di centro.

    La sinistra radicale è praticamente inesistente, ora Ferrero neo segretario di RC vuole candidare Luxsuria perchè ha vinto l’isola dei famosi…
    Italia dei Valori è un movimento che corre sull’onda del giustizialismo da quattro soldi, proponendosi come la vera opposizione al berlusconismo dilagante…Videla – Hitler – fascismo- regime dittatoriale dolce – ..le piazze, il popolo incazzato, le elucubrazioni veltroniane ancora galleggiano sul cielo del circo Massimo. Ecco questa è la sinistra riformista italica, una sinistra che s’affida alla piazza è una sinistra sotto schiaffo, abbiamo già vissuto in altri tempi la stessa identica situazione, magari le sigle e i loghi erano diversi ma la storiella è sempre la stessa. quando si è nel pallone e non si riesce ad essere alternativi, a proporre cose credibili, si ricorre alla piazza, si sciopera e si urlano i no stupidi ed inutili.

    Adinolfi chi propone il suo programma di governo. Togliere i privilegi ai pensionati ( dice lo scemo) per dare ai giovani.
    Quali privilegi avrebbero i nostri pensionati…

    E allora più che parlare di mandare a casa la vecchia guardia, perchè non ci raccontate quel che fareste per il paese, i vostri punti di vista in merito alla situazione economica, alla giustizia, alla sicurezza all’ambiente, al lavoro, all’istruzione, alla politica estera, all’immigrazione, alla libertà di informazione, alla famiglia, agli anziani, ai pensionati, ai giovani, alle donne, all’industria competitiva compatibile con l’ambiente, all’energie alternative, ai territori, alla criminalità organizzata al degrado dei valori fondanti.

    Io lo so bene cosa fare, voi lo sapete? e se lo sapete – allora dovete sapere che questa è l’arma ideale per combattere la vecchia guardia, sempre che ne siate capaci, sempre che siate disposti ad andarvene in giro per lo stivale raccontando qual’è la verità, cosa gli italiani s’aspetterebbero da voi e cosa mai faranno gli altri…la vecchia guardia che litiga…. e litiga, i compagni di classe che ancora si tirano le cartelle e i vocabolari in bocca, fregandosene se la sinistra è finita sull’orlo del baratro, e se Enrico Berlinguer si gira disperatamente nella sua tomba.

    Buon lavoro

    Amerigo Rutigliano – Officina Sociale

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