Uscire dal tunnel del giustizialismo

Come ho detto all’inizio di questa storia, c’è una sola cosa che personalmente mi interessa dell’inchiesta che il Corriere della Sera sta portando avanti sulla base delle presunte rivelazioni di un ex amico di Di Pietro: come si comporterà il resto del mondo. O meglio, il mondo che considero a me più vicino e dunque più caro: la sinistra; quelli che – si sarà capito – considero compagni che sbagliano. Ammesso che non sia troppo tardi, che il termine “sinistra” abbia ancora senso per chi simpatizza per parti politiche che pensano – ad esempio – che il problema del sovraffollamento delle carceri si risolva costruendo più carceri.

Dunque non mi interessa di Contrada, della Cia o delle amicizie un tantino imbarazzanti dell’ex manovale di Montenero: non sono mica Travaglio, io. Mi interessa se Di Pietro mente oppure no e come si comporterà – qualora venisse scoperto – “certa stampa“.

L’intervista a Di Pietro del Corriere di mercoledì scorso conteneva – l’ho detto – due domande molto precise e nette; di quelle che di solito vedi fare solo nei film e che sai che se viene fatta è perché il giornalista non aspetta altro che venga data la risposta sbagliata per produrre le prove che l’interlocutore sta mentendo. La seconda di queste domande era su un suo (di Di Pietro) eventuale conto a Shangai. Mentre la prima…

Lei è mai stato con Di Domenico in America anche per cercare fondi elettorali?

«In America con Di Domenico? Lo escluderei. Credo proprio di no. Ci andrò dopo le regionali negli Usa»

La prima era questa e oggi scopriamo che in realtà Di Pietro in America con Di Domenico a raccogliere soldi per il movimento c’è stato.  Ripeto la domanda (retorica) di mercoledì: vi immaginate cosa accadrebbe se una cosa del genere succedesse a Berlusconi?  Quanto ci ha campato la Fabbrica del Giustizialismo su un presunto passaggio in barca di D’Alema a Tarantini? Quanti monologhi con sorrisetto indisponente davanti le telecamere di Annozero? E quanto a sinistra ci siamo martoriati e tafazzati su questo? Comportamento analogo con Di Pietro? Sarebbe stata l’occasione per dimostrare di essere al di sopra delle parti, interessati solo alla verità, anzi La Verità. Invece no, il tempio del travaglismo si è affrettato a titolare “Bufale e patacche: dossier falsi per coprire scandali veri” e a registrare la parola del Magnifico Leader, manco Padellaro fosse il Direttore di un Giornale qualsiasi…

Saputo che Telese aveva sentito Di Pietro mi sono precipitato a leggere il pezzo. Mi sarei aspettato un ficcante interrogatorio una ficcante intervista come solo loro sanno fare. Invece questi delle inchieste anglosassoni si dimenticano di fare l’unica domanda importante a Di Pietro. “Scusi, ma lei ha mentito due giorni fa al giornalista del Corriere della Sera? Visto che non c’è nulla da nascondere, perché ha negato di essere stato in America con Di Domenico a raccogliere soldi per le casse vuote del movimento?”.

Amici della premiata ditta Manette e Affini, cultori delle “chiare lettere”, sono certo che se dovesse venir fuori che Di Pietro ha mentito pure sui conti a Shangai non vi lascerete sfuggire la seconda occasione per una bella intervista di stampo anglosassone. Anche per certi “compagni che sbagliano” sarà una seconda occasione. Per uscire dal tunnel del giustizialismo.

Update: mi sono accorto solo ora che il Nostro ha pensato bene di querelare il Corriere, per cosa non l’ho capito. Ma chi si crede di essere?

Share

15 pensieri riguardo “Uscire dal tunnel del giustizialismo

  1. Tutto giusto. Ma mi chiedo, perché oltre a fare le pulci ad Antonio da Montenero di Bisaccia, l’altra “sinistra”, quella misurata, equilibrata, sobria, garantista, non usi altrettanto zelo nei confronti di certi comportamenti del PD. Non mi pare che nessuno abbia chiesto alcunché al senatore Latorre, per le telefonate che faceva, no tanto per dire.
    E mi chiedo va bene denunciare la contraddizione di chi chiede più carceri per risolvere i problemi della giustizia. Però dobbiamo chiederci anche che senso della sinistra ci sia in chi proponeva le “ronde democratiche” per risolvere i problemi dell’ordine pubblico. No tanto per dire. Fermo restando, che condivido lo spirito di questo post.

  2. @marco D
    non so in che paese tu sia vissuto in questi anni. a me pare che invece anche l’altra sinistra, quella misurata, equilibrata, sobria e garantista abbia chiesto conto a Latorre, a Fassino, a Consorte. Forse ti è sfuggito un dibattito qualche mese fa nel quale un 40% circa di chi vota PD ha contestato a Bersani la vicinanza con D’Alema e per questo ha votato Franceschini o Marino (a meno di non pensare che chi li ha votati è gente non misurata, non equilibrata, non sobria e non garantista); forse, dal tuo osservatorio sul pianeta Marte, ti è sfuggito il calo di consensi al PD dopo i pizzini di Latorre; forse ti è sfuggita l’incazzatura nei confronti di chi a settembre ottobre non era presente al voto sullo scudo fiscale; forse ti è sfuggita la Serracchiani quel giorno di un anno fa che prese la parola alla direzione PD; forse – soprattutto, direi – ti è sfuggito che il consenso di Di Pietro è cresciuto in misura esponenziale facendo (giustamente!!!) le pulci al comportamento dei D’Alema, Latorre & c. e proprio per questo motivo ora c’è qualcuno che chiede di fare le pulci anche a Di Pietro. Cosa che non viene fatta.

    1. Si vede che non mi conosci e non mi leggi. io invece leggo te e stimo le cose che dici, anche stavolta. Non penso che siano in contrasto con quel che dicevo io. Ma va bene così, ora scusa mi sta ripartendo la navetta per Marte. :)

  3. Siete irrecuperabili come i polli di Renzo..
    Fate le pulci a Di Pietro (che non conta niente) e non vedete la strumentalità assurda dell’inchiesta del Corriere, che fa il cane da guardia dell’opposizione invece che del potere (mille esempi possibili).
    Forse il PD di bersani prenderà lo 0,2 in più e l’IDV lo 0,3 in meno grazie a questo, ma a noialtri chi ce lo fa fare di uscire di casa quel 28 marzo per venire a dare il voto a gente così?

  4. “Quanto ci ha campato la Fabbrica del Giustizialismo su un presunto passaggio in barca di D’Alema a Tarantini? Quanti monologhi con sorrisetto indisponente davanti le telecamere di Annozero?”

    Vorrei informare il “monologo con sorrisetto indisponente ad Annozero” è uno solo, era riferito a Berlusconi e Tarantini, e D’Alema viene citato una volta di striscio.
    Per quanto riguarda la considerazione che il Fatto sembra il Giornale visto che non credono alle storie messe in circolo su Di pietro in questi giorni e quindi lo difendono, vorrei rinfrescare la memoria al simpatico titolare di questo blog facendogli notare che stanno difendendo pure il senatore del PD tirato in mezzo da Panorama nel presunto complotto orchestrato da politica, giornalisti, magistrati e con la complicità di Mata Hari-D’Addario.
    Ma questo pare brutto dirlo, sennò non si ha poi buon gioco nel dire che il Fatto è nient’altro che l’organo dipietrista, anche se son davvero masochisti, visto che manco il finanziamento pubblico prendono.

    f.b., gli errori di Di Pietro sono tanti e ben visibili, come oggi ricorda pure persino Travaglio. Il fatto è che , secondo me (che non sono un elettore dipietrista) e secondo molti ( e altri legittimamente non la pensano così), i suddetti errori non siano minimamente paragonabili a quelli di D’Alema, Latorre, etc.etc.

  5. Finora pare di no, visto che l’assegno sventolato dal Corriere come pistola fumante non è stato incassato. Vedremo se poi questo Di Domenico farà altre rivelazioni, visto che le fa a rate, un pò come Vespa con le sue anticipazioni del suo libro, e soprattutto vedremo se sono un pò più consistenti di queste.

  6. @antonio
    se ti riferisci all’articolo di travaglio comparso stamani sul giornale, mi pare che lì riconosca un solo errore a di pietro (aver imbarcato personaggi ambigui), peraltro annacquato da una serie di critiche a tutte le altre forze politiche e dopo aver ben sottolineato i meriti.
    però vorrei capire. se di pietro imbarca personaggi ambigui è lui la vittima di un errore; se lo fanno d’alema e latorre (i quali non mi risulta siano condannati in via definita per qualche reato, per cui possiamo loro imputare errori politici anche gravi, ma si entra nell’opinabile: per me è un errore grave aver salvato la società ponte sullo stretto, per di pietro no – per esempio) sono cose assai più gravi.
    usiamo due pesi e due misure? occhio, dico questo ma non credere che io sia un dalemiano. dipendesse da me, metterei d’alema, latorre e anche qualcun altro sulla barca e li spedirei in giro per il mondo, lontano dall’italia per anni e anni, ché di loro è bene non sentir più parlare. tuttavia, mi piacerebbe un po’ più di obiettività, anche quando si parla di di pietro.

  7. f.b., mi pareva di essere stato chiaro quando ho detto che “non sono un elettore dipietrista” (lo so che tu non hai mai sostenuto il contrario, mi riferisco al tuo richiamo all’obiettività). Ma tanto ci sono abituato. Nel blog Di Corrias Gomez Travaglio mi diedero una volta addirittura del berlusconiano.
    Nel merito, Di Pietro non è vittima, ma il responsabile di errori che continua a compiere con voluttà, come peraltro sottolinea Travaglio nel suo pezzo di oggi nella parte in cui dice che nel tempo, nonostante casi conclamati, Di Pietro ha continuato a imbarcare di tutto ( e questa critica Travaglio l’ha sempre fatta all’IDV, basta mettere mano agli archivi), probabilmente intuendo nella maggior parte dei casi di che razza di gentaglia si trattasse, aggiungo io. Ma il paragone con D’Alema e Latorre non regge, perché, salvo rivelazioni esplosive dell’ultim’ora, Di Pietro non ha appoggiato scalate bancarie di dubbia legalità, non ha intascato tangenti, peraltro confessate, cavandosela con la prescrizione, e non ha cercato di mettere in difficoltà uno dell’opposizione mandando bigliettini a uno della schieramento a lui avverso, e potrei continuare all’infinito.
    Per quanto riguarda un tema a te caro , e cioè che Travaglio critica il PD per portare acqua al mulino dell’IDV, ti suggerisco di guardare che scriveva Travaglio all’epoca del governo Prodi, così ti accorgi che Travaglio sa bene che la sinistra non è uguale alla destra. Infatti Travaglio se l’è presa sempre con l’ala dalemiana del partito (con Veltroni ha cominciato dopo i disastri di quest’ultimo quando fu eletto a segretario). D’altronde pure Giuliano Ferrara scrisse che nel 1998 Prodi fu fatto fuori da D’Alema ( anche se lui non lo disse con rammarico , ma con compiacimento). Che poi è tutta da verificare ‘sta roba…
    Tant’è che, se vai a a scartabellare un pò per google, trovi ancora pagine di Travaglio uomo di Prodi (più o meno le stesse cose che si dicono oggi di lui e Di Pietro).

    Ah, questa è per il titolare del blog: Genchi non ha nessun archivio segreto ( il riferimento, come avrai capito, è a un tuo vecchio post), e magari, visto che siete garantisti e non degli implacabili accusatori, prima di sparare le cose in questo modo come fossero certezze, documentatevi e attendete l’esito dei vari Tribunali di Riesame che si sono occupati della vicenda.

    1. io non ho detto che Genchi ha un archivio segreto, ho detto che per di pietro se lui lo avesse non sarebbe un problema.

      il punto a mio avviso è sempre lo stesso: perché due pesi e due misure? perché se di pietro mente sui viaggi in america con di domenico non è un problema, mentre se mente berlusconi sulle sue scopate si?

  8. antonio,
    tu parli dei pizzini di latorre e io potrei ribadire che l’idv ha votato con il centrodx il federalismo fiscale, ha flirtato con il reato di clandestinità quando fu proposto, ha votato contro la commissione G8… si tratta, però, nell’un caso (latorre) e nell’altro (idv) di scelte politiche. come scelta politica – a mio avviso gravemente sbagliata – fu quella dell’appoggio alla scalata unipol (eticamente da pelo sullo stomaco, ma da pelo sullo stomaco potrei dire che è anche la società ponte sullo stretto sostenuta dal tonino nazionale).

    quanto a travaglio, a me pare che l’articolo di oggi sul fatto quotidiano più che criticare di pietro, gli dia un buffetto amichevole. inizia dicendo che un mafioso considerava di pietro un nemico, prosegue criticando il pd, aggiunge che la guerra a di pietro è per i suoi meriti, en passant ammette che di pietro ha fatto i suoi errori, ma poi conclude contro il tg1 e avverte di pietro che è meglio che si liberi di questi poltromani che un domani sennò se la prendono con lui (ossia, alla fin fine di pietro è soltanto una vittima). oh, se io fossi un leader di partito ne vorrei avere di critiche del genere. una al giorno, ci metterei la firma.

  9. Te lo ha dettato Costa ‘sto post?
    So’ passati quasi 5 giorni dalla data di pubblicazione e su Wittgenstein.it ancora non appare il tuo link.
    Secondo me … Costa t’ha fregato!
    Le fregnacce di Di Pietro non interessano piu’ nemmeno a Sofri Giunior! ( e ho detto tutto!)

Lascia un commento