La storia di Antonella e della Seconda Φ dell’Istituto Comprensivo “Aristotele Skotos” di Roma

Oggi vi annoierò con una cosa che per gli addetti ai lavori è nota, ma che forse non tutti i profani hanno ben presente. Cosa succede quando un insegnante titolare di una cattedra deve essere sostituito? Se l’assenza è breve ci si mette una toppa e ci si arrangia con i colleghi che fanno gli straordinari (se ci sono i soldi) o scambiano ore che verranno restituite dal titolare al suo ritorno; se è lunga (se non ricordo male, più di 10 giorni) bisogna chiamare un supplente dalle graduatorie di istituto.

Per non annoiarvi troppo vi raccontero la storia di Antonella e della Seconda Φ dell’Istituto Comprensivo “Aristotele Skotos” di Roma. Ma prima seguitemi ancora un attimo tra i meccanismi scuolastici perché un paio di dettagli quasi tecnici sono necessari per capire meglio la loro storia.

Dicevamo, le graduatorie di istituto. Sono graduatorie costruite sulla base delle scelte fatte dagli insegnanti. Ogni precario questa estate (entro il 20 agosto) ha indicato in un apposito modulo 20 istituti dove farsi inserire in graduatoria e lì si trova ora con il proprio punteggio. Lo stesso della graduatoria a esaurimento, quella “principale”, che viene aggiornata ogni due anni (da quest’anno ogni tre).

Tralascio tutto il discorso sui costi per l’amministrazione scolastica di questo sistema. Anche perché è su chi ha avversato questo metodo negli anni si è concentrato esclusivamente sui suoi costi e dunque da un lato probabilmente ne avete già sentito parlare (le “povere segretarie” costrette a fare centinaia di telefonate e inviare decine di fax) e dall’altro si sono ormai trovati metodi per superarlo (è previsto l’obbligo di avere una posta elettronica certificata dove far arrivare la convocazione: ancora non tutti si sono adeguati – siamo in Italia – ma la direzione è ormai intrapresa).

Fine – spero – della parte più ostica, possiamo tornare alla nostra Antonella, ma soprattutto agli alunni della Seconda Φ dell’Istituto Comprensivo “Aristotele Skotos” di Roma. La città è importante perché spero che sia un problema della sola Capitale in virtù delle sue dimensioni.

Oggi Antonella è andata alla convocazione (ha la posta certificata) e non ha preso la cattedra. Si sono presentati in tre e ne aveva due davanti, Antonio e Antonietta. Peccato che nè Antonio, nè Antonietta abbiano lavorato negli ultimi anni (Antonella invece sì) e che per questo motivo in teoria sarebbero dietro a lei. Perché solo in teoria? Perché le scuole stanno chiamando dalla graduatoria vecchia – quella aggiornata due anni fa – e in quella graduatoria Antonio e Antonietta (per la cronaca la cattedra l’ha presa lei) erano davanti ad Antonella.

E io mi domando: alle graduatorie d’istituto ci si è iscritti entro il 20 agosto, sono passati quasi due mesi e tu, USR del Lazio, non hai ancora compilato le graduatorie di istituto? Eppure il sistema è già informatizzato!

Uno penserà: “che ingiustizia, povera Antonella!”. E in effetti se si fosse persa la cattedra (magari di un paio di mesi: due mesi di stipendio, due mesi di contributi, due mesi di punteggio…) sarebbe una grande ingiustizia. E ci sarebbe di che fare ricorsi su ricorsi, una volta pubblicata la graduatoria nuova. E invece no! Lo Stato si è salvaguardato dai ricorsi e ha trovato l’escamotage: Antonietta non è stata nominata per il periodo in cui il titolare sarà assente, ma solo fino all’avente diritto, anzi l’Avente Diritto, figura mitologica della burocrazia scolastica italiana. E il funzionario amministrativo della scuola ha spiegato alla nostra Antonella che la richiameranno fra una settimana quando presumibilmente usciranno le nuove graduatorie. Se non si presenta nessun altro, l’Avente Diritto è lei e così potrà prendersi la cattedra (e lo stipendio e i contributi e il punteggio) che le spettano.

Ora veniamo alla nostra Seconda Φ dell’Istituto Comprensivo “Aristotele Skotos” di Roma. L’anno scolastico è iniziato da un mese e ancora manca loro il docente di Italiano, Storia e Geografia. Oggi faranno lezione con Antonietta e Antonietta spiegherà loro che lei resterà solo per una settimana e poi forse (forse: manco della precarietà c’è certezza!) dovrà andar via. Fra una settimana vedranno arrivare Antonella e Antonella spiegherà loro che tra un mese o due tornerà forse (forse!) la loro insegnante titolare. E che se non torna, ma non si sbriga a non tornare (cioè non avvisa la scuola del fatto che non tornerà) comunque potrebbe arrivare una nuova supplente perché chi sta in graduatoria prima di Antonella ha rinunciato ad una cattedra da ottobre a gennaio, ma ha il diritto di accettarne una da gennaio a febbraio.

Insomma, come come potranno capire anche i non addetti, è un sistema pensato per tutelare lo Stato da possibili ricorsi, per tutelare i docenti da possibili abusi, per consentire alle sigle sindacali di fare iscritti in cambio del patrocinio per i ricorsi… Ma è anche un sistema che degli studenti della Seconda Φ dell’Istituto Comprensivo “Aristotele Skotos” di Roma se ne frega. Anzi, perdonate il francesismo, se ne fotte.

E li fotte.

56 pensieri riguardo “La storia di Antonella e della Seconda Φ dell’Istituto Comprensivo “Aristotele Skotos” di Roma

  1. E quindi che si fa? si vieta agli insegnanti di ammalarsi? si crea un pool di insegnanti da cui pescare in caso di bisogno?

    Insomma aldila’ dei vari arzigogoli sull’Avente diritto, che si fa?

    1. organico funzionale e superamento effettivo della indissolubilità del gruppo classe sarebbero la via maestra. in attesa di essa, chiamata diretta per le supplenze (parlo ovviamente a titolo personale)

      Ma il problema che volevo porre era di natura generale: è tutto il sistema, non solo il meccanismo delle supplenze, a essere pensato per soddisfare le esigenze di tutti fuorché gli studenti

  2. 1) Superamento dell’organico di fatto/di diritto? Ok, ma non risolvi il problema di cui sopra, a meno ovviamente di non assumere in pianta stabile un jolly che ti tappi i buchi ovunque

    2) indissolubilita’ del gruppo classe? cioe’ in caso di assenza della prof sparpagli la classe sulle altre? Cioe’ a classi di 25 alunni ne aggiungi temporaneamente altri 5/10? Ammazzi non solo la classe con il prof assente ma anche quelle che ce l’hanno

    3) chiamata diretta per le supplenze? vabbe’ qua apriamo un baratro. Magari prima valutiamo i dirigenti, che io ne sento di tutti i colori

    Alla fin fine temo che, al netto di aggiustamenti minori, l’attuale sistema di reclutamento sia come la democrazia: e’ il peggiore fatta eccezione di tutti gli altri.

    Ovviamente una forte e seria informatizzazione del sistema risolverebbe parecchi problemi.

    1. dissolubilità del gruppo classe vuol dire che hai ore in cui è già previsto che si faccia lezione in 40-50 con tre docenti e dunque se ne manca uno per un’ora è meno “grave”.

      organico funzionale vuol dire che esiste un organico assegnato non sul numero delle classi ma sul numero degli studenti e dunque può avere anche quel ruolo di jolly (ma soprattutto non ho più il docente di italiano della prima b, ma un docente che fa cose diverse e su più classi: insegna italiano, fa progetti, da supporto, fa percorsi ecc e ANCHE eventualmente il jolly)

      mi ripeto, quello attuale è il migliore sistema possibile se ti metti dalla parte de docenti, il peggiore dal pdv degli studenti. Per le supplenze brevi il fatto che lavori la sorella del bidello è il male minore (ovviamente esagero)

      i presidi sono già valutati. il problema è quali conseguenze ha quella valutazione

    2. sull’organico funzionale sono abbastanza d’accordo, fermo restando che con quello tamponi di sicuro le assenze sotto i 10 giorni. Sulle maternita’ e sulle assenze di lunga durata (ma incerte visto che c’e’ gente che presenta i certificati medici ogni 15gg) non so se basterebbe

      sullla dissolubilita’: Scusa ma in una scuola “media” italiana dove li ficchi fisicamente 40/50 alunni. Nell’aula magna? in palestra? Aldila’ dei risvolti educativi – pessimi – della cosa credo che ci siano problemi logistici seri

      ps giusto per capirsi quest’anno ho un figlio alle elementari e uno alle medie che hanno entrambi due supplenti fino all’arrivo dell’avente diritto. Ci ho pensato su sto fatto e credo che l’unica soluzione seria sia una ripresa di coscienza del ruolo di insegnate da parte degli insegnanti medesimi.

    3. lasciamo perdere il discorso gruppo classe (argomentare non sta in un commento, diciamo).

      sul ps concordo, ma non basta. va cambiato radicalmente il funzionamento di tutto il baraccone. poi ci mettiamo d’accordo sugli aspetti concreti, ma ho maturato la convinzione che dobbiamo prima metterci d’accordo sulla necessità che la riforma abbia al centro lo studente e la sua famiglia. a parole son tutti d’accordo ma al momento di stringere prevalgono le esigenze dei burocrati di viale trastevere e del corpo docente (ovvero di chi li rappresenta, in primis)

      sul resto solo una precisazione. quando parlo di supplenze brevi da risolvere per chiamata diretta escludo quelle per la maternità. per loro natura si sa quando cominciano e quando finiscono e posso tranquillamente usare le graduatorie, tarando il contratto del supplente per la durata massima ipotetica (se poi il docente rinuncia a parte della facoltativa, tornerà a scuola ma non in classe)

  3. Eccomi…posso non fiondarmi su un post del genere?

    Adunque: il casino da te segnalato, Marco, non tiene conto del decreto salvaprecari, che incasina ancora di piu’ le cose. Dettagli macabri sulla mancata funzionalita’ del sistema se ne potrebbero aggiungere molti (tanto per cominciare: perche’ imporre un limite di venti scuole? Perche’ non posso far da supplente in altre province? Mah).

    Per quanto possa sembrare paradossale, il sistema NON tutela i docenti. Crea solo ansia. Non mettiamo sullo stesso piano i docenti e i sindacati che (non) li rappresentano. Il docente ha bisogno dei dodici punti peggio del metadone, e da quando c’e’ il salvaprecari, e’ necessario che siano pure nella stessa scuola.

    Antonella si puo’ trovare nella necessita’ di rifiutare una supplenza perche’ scade a dicembre, e lei deve puntare, almeno, a quelle che finiscono a febbraio, senno’ l’anno prossimo e’ fottuta pure lei.

    E mai sia che accetta di insegnare su una cattedra per la quale lei e’ si’ abilitata, ma non della stessa graduatoria! Le dimezzano i punti: meglio buttare via nove mesi di stipendio, se non si vuole scendere dalla giostra!

    La cosa curiosa che quando prendi una cattedra della 52 (ita, lat, e gr) mica detto che insegni tutte e tre le cose: io l’anno scorso ho avuto lo spezzone di un docente vicepreside che mi ha lasciato il solo latino. Eh, ma la cattedra era sulla 52, quindi i punti li ho avuti tutti! Fossi andat a fare la stessa identica cosa in uno scientifico, ne avrei presi la meta’…e la logica? Nessuna.

    Quindi Metapapero, evitiamo di fare i ct della scuola italiana: esistono altri modi, piu’ efficienti di fare le cose.

    E ritorniamo sulla chiamata diretta (su cui tu, Marco, nella tua burrascosa giovinezza eri d’accordo, non solo per le supplenze): pensiamo che i presidi siano dei banditi che farebbero favoritismi?

    Allora cacciamoli. Perche’ l’alternativa e’ ragionare cosi’: so che il preside e’ un ladro, ma anziche’ cacciarlo, la soluzione puo’ essere ammanettarlo ad una cattedra, cosi’ non ladreggia.

    E pensi veramente, MP, che le scuole funzionino bene, cosi’. Scegliamo serenamente dei buoni presidi (l’attuale concorso NON e’ un buon esempio) e affidiamo loro le responsabilita’ necessarie.

    Si potrebbe anche fare che i presidi chiamano direttamente da un albo, e dopo un anno o due si fa il concorso per l’entrata a ruolo. SERIO. Cosi’ le raccomandazioni se ne vanno a quel paese.

    PS: molla Nathan Never, non merita piu’…

    1. forse non ci siamo capiti: il sistema non funziona per svariati motivi.
      L’idea dell’organico funzionale la reputo valida, la dissolubilita’ del gruppo classe invece secondo me e’ una fesseria (scusa Marco) sia per motivi educativi che per quelli meramente pratici.

      Ritengo infine che la chiamata da graduatoria sia quella che, in principio, tuteli tutti al meglio: studenti, insegnanti e famiglie.

      ll problema e’ che di questo strumento si son fatti degli abusi da tutte le parti (compresi i presidi che scasualmente si dimenticano di chiamare qualcuno dalle graduatorie di istituto) e ci ritroviamo in situazioni bizantine in cui da un lato abbiamo supplenti di supplenti (di supplenti di supplenti…) e dall’altro una normativa ministeriale che causa un misto di incompetenza e odio di classe nei confronti degli insegnanti e’ farraginosa, contraddittoria e perennemente soggetta a ricorsi.

      l’organico funzionale sanerebbe gran parte delle problematiche delle scuole oltre a sgravare gli insegnati di parte della burocrazia che li opprime.

      ma questo significherebbe assumere persone, i.e. mettere soldi nella scuola.

    2. sulla possibilità di rompere il gruppo classe ti ho già detto che non possiamoparlarne qui.

      ti dò un’altra delusione: l’organico funzionale non prevede l’utilizzo di un maggior numero di insegnanti (o meglio: più di oggi, ma meno di prima dei tagli) e il loro costo relativamente superiore (relativamente perché i supplenti li paghi) può essere comunque coperto da altri interventi (chiudere qualche scuola con 100 alunni – ne esistono anche in città non solo sui cucuzzoli delle montagne – far lavorare i docenti 20 ore invece che 18, cose così…).

    3. 1) il piu’ di oggi ma meno di prima, gia’ mi starebbe bene, io non sono mica un massimalista,
      2) dubito che chiudendo plessi con meno di 100 alunni in citta’ risparmieresti cosi’ tanto, pero’ se mi cacci qualche numero ci si ragione su
      3) Ah l’orario docente: per me potrebbero lavorare anche 36 ore alla settimana, fare lezione alla mattina e correggere i compiti al pomeriggio e preparare le lezioni. Certo dovresti fornire luoghi adeguati.

      4) sul’organico funzionale io penso che si dovrebbero considerare anche tutte quelle funzioni – coordinamento di materia, tutoraggio, progetti ecc. ecc. – che adesso ricadono sugli insegnati e vengono pagati spesso dalla scuola medesima. Ecco se si assumessero un paio di coordinatori di materia, magari uno per area umanistica e uno per area scientifica) part time, e si desse loro questi incarichi piu’ la copertura obbligatoria per le supplenze credo che si sgraverebbero le scuole di pesi sia economici che gestionali on indifferenti

    4. io sono contrario alla chiamata diretta e favorevole al concorso a livello di scuola (o di rete di scuole).

      PS: la scuola si chiama Aristotele Skotos, mica Solomon Darver

  4. “Ritengo infine che la chiamata da graduatoria sia quella che, in principio, tuteli tutti al meglio: studenti, insegnanti e famiglie.”

    MP, queste sono le frasi che dopo 7 anni di precariato mi fanno scoppiare la testa come un pallone.

    Assumere dalla graduatoria vuol dire assumere a caso. A CASO. Il fatto che uno abbia insegnato 8 anni contro i 6 miei (che’ questo vuol dire la graduatoria) lo qualifica come un insegnante migliore? No.

    Ho visto colleghi con piu’ punti di me insegnare le filastrocche dei supermercati durante la lezione o abbandonare la classe durante i compiti in classe. Ovviamente ne ho visti tanti anche molto bravi, ma il punto e’ proprio questo: e’ un fatto del tutto casuale.

    Mi riduco a fare un esempio personale, che non vorrei: per un anno non ho insegnato. Ero ad edimburgo a prendere una seconda laurea. Ho INSEGNATO latino in quella Uni (tutor). Ho studiato GRECO in quella Uni.

    Sai che cosa ha significato questo per me? Che ho perso 12 punti nelle graduatorie perche’ quell’anno non ho insegnato (mi e’ stato tolto il congedo…) e sono stato di fatto espulso dalle scuole pubbliche della mia provincia (in 12 punti ti passa avanti un esercito).

    E questo per aver preso una laurea in una Uni che nella graduatoria MONDIALE e’ al DICIANNOVESIMO POSTO (19, compri’?) per Lettere e Humanities.

    Adesso lavoro in una privata, dove mi hanno visto in faccia, hanno apprezzato il fatto che parli perfettamente inglese (e altre 4 lingue straniere vive) e abbia esperienze internazionali.

    E sono piu’ felice cosi. E pure i miei studenti attuali. Mentre per lo Stato e’ meglio se cambio mestiere.

    Spero di essermi spiegato.

    1. ” Il fatto che uno abbia insegnato 8 anni contro i 6 miei (che’ questo vuol dire la graduatoria) lo qualifica come un insegnante migliore? No.”

      non e’ vero neanche il contrario.

      Poi, leggendoti da un po’, temo che tu faccia un po’ troppo riduzionismo e che ragioni troppo della (o dalla) coda della gaussiana, diciamo oltre i 3 sigma

    2. scusa, ma così gli dai ragione: è vera una cosa ed è vero il suo contrario, ergo la graduatoria è una cagata. serve solo a garantire il rispetto formale della norma.

      ma di questo ho già scritto tante volte e non ci torno

    3. no, non gli do’ ragione, gli sto dicendo che non puo’ ridurre il mondo alla sua personale esperienza. E che le graduatorie per titoli e servizi, per quanto siano strumenti imperfetti, sono la cosa migliore per garantire tutte, fermo restando, che come tutte le cose umane ci sono eccezioni, ottimi supplenti alla prima esperienza e pessimi precari ventennali.

      Ma temo che Uqbal abbia la classica idiosincrasia alla misura di gentiliana memoria.

  5. Metapapero, è evidente che parli di cose che non conosci (sindrome del ct della Nazionale).

    Innanzitutto, ho voluto fare il mio esempio, ma se devo citare un po’ di bibliografia, basta rivolgersi ai rapporti della Fondazione Agnelli, tanto per cominciare.

    Poi: sai quali sono i criteri di assegnazione dei punti? Direi proprio di no, perché altrimenti ti renderesti conto dell’enormità che dici. L’osservazione di Champ mi sembra peraltro conclusiva.

    1. con tutto il rispetto: sono figlio di insegnanti, nipote di insegnanti, marito di insegnante. Credo di conoscere meglio di te e da prima di te ambiente e problematiche della scuola italiana.

      Ribadisco che tu hai un approccio molto riduzionista a tutta la faccenda, come del resto si evince dal tuo rozzo tentativo di chiudere la discussione.

      PS Mi dispiace che tu abbia perso un anno, ma quando sei andato li’ le regole le conoscevi, quindi di che ti lamenti?

  6. Metapapero, quindi tu non sei un insegnante, direi. E mi sembra che anziché rispondere sul tema, proclami orgogliosamente di poter parlare per sentito dire.

    Ricordo poi da un’antica conversazione, e correggimi se sbaglio, che tua moglie è concorsista: lì nel concorso una forma di rapporto capacità/posto di lavoro ancora c’era (secondo me insufficiente, ma c’era).

    Le cose nel frattempo sono cambiate, tanto e per il peggio.

    Ti sei mai chiesto quale fosse la proporzione tra “titoli” e servizio?

    E’ praticamente tutto servizio, per cui lavori se hai lavorato, non se hai lavorato bene. Le differenze di punteggio in relazione al voto di abilitazione sono piccole e sono state ridotte negli anni: lo sapevi?

    L’osservazione di Champ in ogni caso rimane conclusiva: se la graduatoria non permette di stabilire qual è l’insegnante migliore, quel che tu hai in mente non è la tutela del merito dell’insegnante (e quindi del diritto allo studio dello studente) ma semplicemente la protezione del suo diritto acquisito.

    Ma a me i diritti acquisiti non interessano.

    Ti sembra che sia stato sbrigativo?

    1. la tua osservazione, alquanto banalotta, e’ che non si possa discutere di calcio senza essere stati calciatori. Manco mi va di commentarla

      Quanto al concorso: ci sarebbe da discutere seriamente se il fatto di sapere le cose equivalga al fatto di saperle insegnare. C’e’ una grossa differenza ma temo che ti sfugga.

      Anche perche’, come in tutte le cose, e’ sovente l’esperienza che ti rende migliore come insegnante, come manager o come informatico.

      Per cui onestamente dei tuoi diritti acquisiti con la laurea e dottorato e corsi all’estero a me interessa poco, almeno per l’insegnamento. Preferisco come insegnante chi ha esperienza.

      Ribadisco, le graduatorie per titoli e servizio non sono la panacea di tutti i mali, ma e’ lo strumento migliore che abbiamo.

  7. L’osservazione sulle regole del gioco è rivelatrice: secondo te allo Stato non deve interessare che io (mi spiace di essermi citato come esempio) sia diventato nel frattempo un insegnante migliore: per te conta solo che io abbia lasciato la fila.

    Come dire che secondo te era meglio che io rimanessi inerte e disoccupato in Italia (la Gelmini fu la ragione della scelta d’andar via), piuttosto che riqualificarmi ad alto livello.

    Bella maniera di ragionare!

    Beh, insomma, con questo sistema tutelaci la fila per comprare il salame, non per determinare la qualità della scuola.

    1. un criterio “misurabile” deve esserci, che ti piaccia o meno, senno’ si cade nell’arbitrio assoluto.

      Tu pensi di essere un insegnante migliore, magari lo sei, magari no.
      Magari la tua esperienza va bene nelle citta’, mentre nei piccoli paesei sono altri gli insegnanti migliori.
      Dipende dal contesto sociale, economico.

    2. Caro Metapapero

      Tutte cose di cui, guarda un po’, le graduatorie non tengono conto in ALCUN modo.

      Io invece sto dicendo che invece che al posto degli automatismi, c’è bisogno di mandare l’insegnante giusto alla cattedra giusta, come sensatamente suggerisci.

      Nel caso non si fosse capito, non sto dicendo che lo Stato mi deve dare un posto seduta stante, ma che mi deve dare la possibilità di far sì che il mio impegno, i miei risultati, il mio percorso siano tenuti in conto.

      E non solo il fatto di avere il posto in fila.

      Ulteriore ennesimo esempio: Antonia ha 73 punti, Marcello 70.

      Antonia, ad inizio ottobre, riceve una chiamata per una supplenza di quattro mesi: son soldi, non rifiuta.

      Una settimana dopo Marcello viene chiamato: una prof. si è messa in maternità, e non tornerà prima dell’anno successivo: nove mesi di lavoro assicurati, e con essi i 12 punti (punteggio corrispondete a sei mesi, ma considerato massimo per ogni anno di insegnamento -devi ragionare sui 180 giorni, lo sapevi?). Antonia ormai è fuori gioco: non puoi cambiare supplenza.

      Dopo quei quattro mesi Antonia non riceve altre chiamate: per quell’anno ha totalizzato 8 punti e va a 81. Marcello va ad 82, e passa avanti.

      Siamo alla casualità più assoluta. E non è un caso di scuola: è la quotidianità del precario.

      E te ne potrei fare dozzine di esempi (lo sai che nel computo dei 180 giorni è sufficiente lavorare due ore a settimana?).

      Le sapevi, queste cose?

  8. un suggerimento: non porterei la discussione sul personale. non serve.
    nel merito, papero puoi per favore rispondere alla osservazione per cui la graduatoria non è il modo migliore per raggiungere l’obiettivo che anche tu dici di voler perseguire?

    discutiamo di questo che mi sembra più utile

    1. Marco, io credo che non esistano strumenti perfetti.

      Mi pare di essere stato chiaro, piu’ e piu’ volte. La graduatoria non e’ uno strumento perfetto, pero’ meglio un criterio misurabile e oggettivo che l’arbitrio dei singoli.

      Non penso che il concorso (nazionale, regionale, di istituto o quel che sia) sia meglio delle graduatorie, perche’ certifica le conoscenze, non la capacita’ di trasmetterle. Certo sempre meglio un concorso (onesto) che l’arbitrio.

      Credo che un serio tirocinio sul campo, con esame finale, sia la cosa migliore. Ma anche li’ avrai una graduatoria alla fine.

      Poi si vuole spostare il peso delle graduatorie dal servizio ai titoli? Io ti rispondo con una sola parola: Forcom. E btw preferisco un anno di servizio in una scuola di periferia a dieci corsi di perfezionamento in aula.

      ovviamente come in tutte le cose esistono eccezioni, ma sono appunto eccezioni.

    2. ok, ricominciamo da qui.

      la graduatoria vale fino al concorso successivo. se faccio un concorso ogni volta che si libera un posto non c’è graduatoria. ed è per questo che lo voglio d’istituto: un concorso nazionale ogni anno è impensabile ma un concorso di istituto ogni due o tre anni è fattibilissimo

    3. scusa marco, ma se fai un concorso alla fine c’e’ sempre una graduatoria, chi arriva primo, chi secondo, chi terzo ecc.
      Per cui non la elimini, la ricrei ogni 2/3 anni e da quella peschi-pescheresti comunque per le supplenze temporanee e le maternita’

      Fermo restando che di per se’ il concorso non ti dice che sei un buon insegnante ma che hai determinate conoscenze. Magari basta, magari no.

      Io comunque parlavo di graduatoria come metodo per la scelta di supplenti, non come metodo di assunzione, almeno non nella situazione aberrante in cui ci si ritrova.

      Piuttosto sarei curioso di conoscere in che modo uqbal certificherebbe le competenze degli insegnanti

  9. oh uqbal, e’ il mio pane quotidiano come marito e padre. I moduli per le graduatorie li compiliamo insieme io e mia moglie, le scuole per le graduatorie di istituto le scegliamo insieme, le disponibilita’ le vediamo insieme. I titoli, i forcom il corso di perfezionamento, i ricorsi, ecc. ecc.

    E poi giusto per darti un’idea solo quest’anno nelle scuole dei miei figli

    scuola elementare:
    una maestra va in pensione anche se per fortuna rimane l’altra, che nonostante la Gelmini col tempo pieno siamo riusciti a conservarne due. Arriva la supplenza, chissa’ diavolo perche’ non e’ organico di diritto nonostante siano anni che la scuola elementare del paese porta avanti tre sezioni, questa prende servizio per una settimana, poi si mette in malattia e ne pescano un’altra dalle graduatorie di istituto.

    scuola media:
    insegnante di italiano: ne mancano due nella scuola. Entrambe di diritto. Arriva l’assegnazione della prima. Il collega prende mezza cattedra da una parte e mezza in un altro paese. Ergo ci si trova con una cattedra e mezzo disponibile, solo che il provveditorato la rende organico di fatto, l’anno scorso era di diritto! Anyway ci arriva la supplente dalle gae

    insegnante di matematica: di ruolo, in estate ha una grave malattia, solo che va avanti a colpi di certificati quindicinali, perche’ vuole rientrare nonostante tutti le dicano che non e’ il caso. Ergo nuova supplente dalle gi.

    Questo giusto per dirti che non occorre essere un precario per conoscerne il mondo in maniera approfondita

    1. Metapapero

      Nel resto del mondo le scuole assumono in vari modi, di ruolo o supplenti. Il sistema per concorso ce l’ha la Francia, il doppio canale titoli e servizio/concorso solo la Grecia. Le graduatorie ce le ha anche la Spagna.

      Nel resto del mondo le scuole, inclusa la Finlandia, assumono per chiamata diretta. Si fanno colloqui di lavoro, nel quale si presenta un curriculum e, in molti casi, nel colloquio si e’ messi di fronte ad una classe e si simula una lezione.

      In UK sono richieste anche non meno di due lettere di referenze da parte di presidi o altre persone qualificate (inclusi i tutor dei corsi per l’abilitazione, per chi si immette per la prima volta sul mercato del lavoro).

      In tutti i paesi europei (a parte la Francia) prerequisito fondamentale e’ il possesso dell’abilitazione. In Francia no, perche’ il concorso ti immette nel tirocinio (quindi prima o poi ci si abilita comunque).

      Spagna, Francia, Italia e Grecia occupano gli ultimi posti nelle graduatorie PISA (considerando i paesi europei, e non solo), e questo fattore secondo me pesa.

      Infine: benissimo, vedo che segui la vita scolastica dei tuoi figli. Ti dovresti essere accorto che quando un insegnante deve essere sostituito, potete solo incrociare le dita e sperare che chi arriva sia decente, senza mai poter avere alcuna rassicurazione. Ovvero, e’ un caso, un terno al lotto.

      Che e’ quanto vado dicendo sin dall’inizio.

    2. svegliati! e’ sempre un terno al lotto, anche – e sopratutto – in base alla chiamata diretta.

      Quanto al resto: quanto pagano gli insegnanti i paesi al top dei test PISA? Quanto li pagano quelli in fondo?

      Poi io una cosa ti chiedo: tu come certificheresti le competenze degli insegnanti?

      perche’ mi pare che tu sia buono solo a criticare

    3. però modera i toni per favore.

      con la chiamata diretta non è un terno al lotto. il dirigente sa chi chiama. se chiama uno scarso non è per sfiga, ma perché fa una scelta. oppure un errore. e se fa un errore poi non lo chiama più, mentre se fa una scelta poi saranno altri a scegliere cosa farne di lui

      e con il concorso a livello di scuola è ancora meglio: quella scelta la fa una commisisone, ergo la possibilità di favoritismi e ridotta al lumicino

    4. Marco: potrei scrivere molte cose in risposta a queste tue considerazioni, ma mettiamola cosi’: io non mi fido delle scelte (organizzative, di docenza ecc.) che fa la preside di una delle due scuole cui vanno i miei figli.

      Quanto ai concorsi a livello di istituto, ecc. ecc. ti consiglio di volgere lo sguardo verso i concorsi universitari. Funzionano? Selezionano i migliori insegnanti? O gli amici degli amici?
      E perche’ mai i concorsi di istituto dovrebbero avere effetti diversi?

    5. per quel che riguarda i test pisa, non è che li puoi prendere in considerazione solo quando ti fa comodo. pisa ha dimostrato ad esempio che non esiste correlazione alcuna tra i risultati in quel test e gli investimenti in istruzione. così come potrei chiederti quanti alunni per classe hanno i paesi al top della classifica pisa.

  10. e io ti chiederei su quali attrezzature didattiche possono contare i top 5.

    Cmq questa assenza di correlazione tra investimenti – che sono una cosa diversa dagli stipendi! – e risultati sui dati PISA mi dev’essere sfuggita. Mi passi il link?

    1. l’ultimo education at a glance lo trovi qui. Il capitolo B è quello che parla dei ninnoli (al B7 trovi un grafico che illustra come non necessariamente più soldi voglion dire risultati migliori)

      Su iMille e qdR trovi un paio di articoli miei che ragionano su quei numeri (non si parla però di PISA, del quale ho parlato altrove). entrambi i pezzi, con altri, li trovi linkati da qui

    2. si, avevo visto ga’ quelle tabelle, pensavo avessi qualche analisi piu’ dettagliata.

      Comunque – fermo restando che io parlavo di stipendio agli insegnanti e non di spesa complessiva- ti faccio notare che

      1) se vedi gli ultimi 4 paesi della lista, spendono poco piu’ di 1/4 della media osce

      2) se consideri i paesi sotto la media osce come risultati, vedi che piu’ del 60% spende meno della media e se togli il lussemburgo arrivi al 67%. Viceversa tra quelli sopra la media solo il 30% spende meno della media. per cui magari non hai una relazione lineare tra livello della spesa e performance nei test pisa, e questo e’ soprattutto vero sopra la media della spesa, ma comunque puoi dire che se spendi sotto la media hai 2 possibilita’ su 3 di avere risultati inferiori alla media nelle performance degli studenti. E non e’ un dato poco significativo direi, anzi.

      A onor del vero ci sarebbe da rapportare questa spesa all’effettivo costo dela vita nei singoli paesi per aver una migliore misura del tutto, perche’ imho gli 80k della finlandia non valgono i 68k della corea.

    3. siamo abbondantemente OT, ma comunque…

      Il dato più corretto infatti è secondo me la spesa in rapporto al pil. e per quel che riguarda l’italia, siamo in linea (come ho detto nel mio articolo). Eppure siamo sotto media per i test pisa.

      Per quel che riguarda gli stipendi, come ho scritto sono per aumentarli.

    4. io mi sono limitato a rispondere alla tua obiezione che non c’e’ correlazione tra spesa e risultati, invece a me pare che ci sia, in base ai dati OSCE.
      Non e’ una relazione lineare ma mi pare una cosa chiara

  11. metapapero

    Se pensi che il preside della scuola sia un incompetente, manda tuo figlio da un’altra parte.

    Nel dir questo riprendo una osservazione precedente che mi pare non riesco a spiegare chiaramente: come si puo’ pensare che una scuola possa essere buona non grazie al suo direttore ma NONOSTANTE il suo direttore?

    O pensiamo che il preside non conti nulla (e allora risparmiamoci la spesa) oppure e’ un po’ assurdo pensare che le scuole possano essere dirette da incompetenti grazie alle pezze che ci mettono le leggi e la burocrazia (!).

    Perche’ se tu pensi che un preside non abbia la capacita’ o l’onesta’ di valutare un prof. da assumere, non ce l’avra’ neanche per i fondi di istituto, per la scelta dei programmi internazionali cui partecipare, per lo smistamento dei prof nelle classi (sui cui ha pieni poteri), per la distribuzione degli studenti nelle classi…ecc. ecc.

    Se pensiamo invece che tali doti le abbia per questi compiti, allora puo’ anche intervenire nella scelta dei docenti.

    La mia idea infatti che lui scelga esprimendo un solo voto, laddove gli altri sarebbero espressi dal consiglio di istituto, dal collegio docenti, se si vuole da un rappresentante del ministero. E sotto la supervisione, anche se non cogente, di tutti i genitori. Non sono ostile alla proposta di Champ, ma penso che sarebbe meno farraginosa la chiamata diretta (magari con una seria valutazione dopo un anno di insegnamento -e con “punizioni” per i presidi le cui proposte di assunzione vengono bocciate troppo spesso).

    Per la valutazione degli insegnanti: i titoli (in cui far rientrare anche l’aggiornamento) sono un primo elemento. Il successivo deve essere a) la referenza del preside o del capo-dipartimento (ma non so quanto peso dare a questa voce) b) il risultato delle ispezioni ministeriali progressive sul modello inglese, svedese, olandese e di tanti altri (fa eccezione la Finlandia, che non ha ispettorato ma una selezione fortissima in ingresso).

    1. uqbal, ti sfugge che io non vivo in citta’ ma in un paese, quand’anche volessi spostare il ragazzo – ormai e’ in terza e certi cambiamenti sono comunque dannosi – non mi sarebbe possibile farlo senza gradissimi sacrifici, per me, per lui e per tutta la famiglia.

      E per il resto la realta’ e’ quella: si fa una buona scuola nonostante dirigenti incapaci proprio perche’ ci sono programmi ministeriali e graduatorie.

      Quanto alla tua proposta la ritengo veramente risibile. Riservare la selezione ai soli titoli condita dal voto dei dirigenti! (sembra quasi che tu non abbia mai messo piede in una scuola e non ti rendi conto dei rapporti perennemente conflittuali tra loro e gli insegnanti), degli insegnanti (che valuterebero se stesssi) o financo dei genitori (quando buoni 2/3 di loro manco si presentano ai consigli di classe e qualcuno manco si accorge che da un mese il figlio/figlia manca da scuola) e’ un ottimo modo per tiare su una classe docente furba, servile e prona.

      io pero’ un punto della proposta di Marco non ho capito. In caso di assunzione per concorso da scuola o gruppo di scuole, dove verrebbe assunto il docente?

      Mi spiego: io vinco il concorso su un liceo scientifico. Chi mi paga? il ministero dell’istruzione o la scuola o gruppo di scuole? E se io decido per un motivo o un altro di cambiare scuola che faccio? Aspetto che l’altra scuola apra un concorso per la mia posizione? Opure faccio una semplice richiesta di trasferimento? Questa e’ una questione dirimente, per ovvi e intuibili motivi.

    2. Il ministero, perche’ le scuole bandirebbero posti approvati e messi a disposizione dal Miur, anche come adesso (non volendo cambiare il modo di determinare gli organici).

      Per i trasferimenti, io imporrei di rifare il concorso: se non lo vinci, rimani dove sei, ma non ne farei una guerra di religione.

      Non ha nulla a che vedere con graduatoria si o graduatoria no.

  12. “si fa una buona scuola nonostante dirigenti incapaci proprio perche’ ci sono programmi ministeriali e graduatorie”

    Allora come mai la nostra scuola non e’ supereccellentissima?

    Il fatto che tu non possa spostare il ragazzo non implica che la scuola sia buona, mi dispiace.

    Quel che stai dicendo tu e’ che i presidi non contano niente, visto che le leggi possono governare una scuola pur essendo entita’ astratte.

    Sulla possibilita’ che i programmi ministeriali possano “creare”una buona scuola:

    I programmi ministeriali da chi sono stati scritti, quando e con quali intenzioni?
    I programmi ministeriali conoscono tuo figlio?
    I programmi ministeriali possono essere ben realizzati da professori incapaci?
    Le graduatorie dicono chi sono i professori incapaci?

    Quel che tu pensi, e scusami se mi permetto, e’ tipico dei genitori italiani (ergo degli italiani).

    “Ecco, quel prof. e’ uno scansafatiche, ma gli metto di fronte il programma che dice che entro maggio deve fare elettromagnetismo, geografia astronomica e la termodinamica. E se non lo fa, lavata di capo epocale! E vediamo poi se la facciamo o no questa buona scuola!”.

    Peccato che

    a) la lavata di capo non serve a niente: il preside non assume e neanche licenzia, ovvero non ha nessun potere sul suo personale.

    b) il professore puo’ essere il migliore del mondo, ma se la classe non ha le basi, il programma non puo’ svolgerlo, anche se dal ministero questo non si capisce.

    c) il professore, che conosce i ragazzi, la scuola e il territorio non puo’ che fare quel che dicono i programmi (programmi che peraltro, teoricamente, non esisterebbero piu’, se non fosse che le attuali “indicazioni” ministeriali siano ritenute piuttosto vincolanti). Lui saprebbe fare altre piu’ utili cose, ma il programma ministeriale glielo impedisce.

    Queste cose sono ovvie per chi non abbia il prosciutto sugli occhi, ma il prosciutto ce lo abbiamo, eccome, e si chiama tradizione. Molto a proposito cade la citazione di Qdr di questa settimana:

    “La difficoltà non sta nel credere nelle idee nuove, ma nel fuggire da quelle vecchie, le quali, per coloro che sono stati educati come lo è stata la maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente.” J. M. Keynes

    Come dire: svegliati tu. Oppure abbonati ai libri della Mastrocola.

    1. mah, a me pare che tu viva su un altro pianeta. il discorso medio del genitore italiano e’: “perche’ cazzo non ha messo 10 a quel genio di mio figlio?” quando poi non sia zitto o completamente assente.

      Poi ribadisco tu fai discorsi riduzionistici, riducendo la scuola alla tua esperienza.

      Io parlo di scuola, tu del docente che cazzeggia. Solo che non ti rendi conto che in qualsiasi lavoro c’e’ chi sputa l’anima e chi fa il fancazzista, nel pubblico come nel privato. Ergo le tue ovvieta’ si applicano a praticamente qualsiasi campo del lavoro umano

  13. E’ curioso che mi accusi di discorsi riduzionistici senza produrre una cifra, un dato un richiamo che non sia la tua personale esperienza, che non include una singola ora di insegnamento.

    Tu hai due figli, io un curriculum con centinaia di studenti e centinaia di colleghi conosciuti. Le statistiche le prendo dall’ocse, dal cidi, da 3l e da tes (per uk), e da monografie specializzate.

    C’e’ chi cazzeggia e chi lavora: nella scuola (non nel lavoro umano), come distingui l’uno dall’altro? Come eviti di assumere uno e lasciare fuori l’altro, che poi e’ il cuore del problema che io stavo tentando di discutere?

    In subordine: le altre mie domande aspettano risposte. Chi li ha scritti questi programmi? Quando? Come ci lavorano i professori? In che modo farebbero da argine che le tue meravigliose graduatorie hanno comunque fatto entrare? Da cosa dipende quel 20% di abbandono scolastico alle superiori (con dati impressionanti ai tecnici e professionali)?

    1. finora io non ho visto una cifra che non fossero quelle mie citate nella risposta a Marco. Poi ribadisco, io son 25 anni che discuto di programmi con chi addirittura stava nelle commissioni Brocca, illo tempore!

      Non insegno, vero, ma mi pare assolutamente miope pensare che solo gli insegnati possano discutere di insegnamento, equivarrebbe a dire che solo i calciatori possono parlare di calcio. Onestamente penso che chi ha queste chiusure mentali non e’ adatto ad insegnare, o almeno io non lo vorrei come insegnante per i miei figli.

      E poi basta con i travisamenti delle mie parole, ho detto e ripetuto 10mila volte che le graduatorie non sono perfette, ma mi garantiscono piu’ di una chiamata diretta fatta da dirigenti assolutamente impreparati alla bisogna e che non rischierebbero niente nell’assumere un incompetente amico loro.

    1. trovami un solo sistema di assunzione che non abbia fatto entrare almeno un incapace, sia nel pubblico che nel privato.

    2. Non ho mai detto di avere la bacchetta magica. Allo stato attuale, non vi e’ selezione.

      Vogliamo dire (arbitrariamente) che il 30% dei nuovi docenti e’ sub-standard? A me andrebbe bene un sistema che riduca i sub-standard al 10%.

      E che permetta poi di espellere almeno i peggiori di quel 10% (o di riqualificarli, prima di cacciarli).

      Preciso che io non valuterei soltanto sulla base del “voto dei presidi” e che io avevo parlato di ispezioni ministeriali periodiche (consultare sito ofsted per confronto, grazie).

      Cnq credo di meritare una rispostina alle mie domande, senno’ giriamo in tondo, e spostiamo il discorso.

    3. allora sgombriamo il campo da alcune cose

      1) un sistema di valutazione degli insegnanti e’ sacrosanto, bisogna ragionarci su in maniera che non sia in balia di presidi e/o genitori e che sia fattibile. Il 10% peggiore fa dei corsi di aggiornamento o altro, il 10% migliore si becca un bonus, come e’ giusto che sia.

      2) i programmi ministeriali li fanno appunto al ministero in commissioni dove ci sono ispettori ministeriali e insegnanti in rappresentanza di solito delle varie associazioni come ANISN, AIF ecc. ecc.

      3) i programmi ministeriali non conoscono mio figlio, ne’ i professori che son chiamati a svolgerli. Tuttavia c’e’ l’autonomia che permette di modulare queste cose (e i programmi ridotti per quelli che non ce la fanno)

      4) sull’abbandono scolastico leggiti Marco Rossi Doria, dice cose che condivido e le dice ovviamente meglio di me.

      E comunque anche tra quelli che non abbandonano la situazione e’ pessima e a riforma Gelmini ha ulteriormente peggiorato la situazione ad esempio accorpando Licei artistici e Istituti d’arte

    4. I programmi per fortuna non esistono più (gelmini ha provato a resuscitarli ma ha fallito) ci sono gli obiettivi o come diavolo si chiamano ora

      Marco Rossi Doria dice cose giuste e arriva alle stesse conclusioni: chiedigli in privato cosa pensa dei docenti italiani (nel loro complesso ovviamente) dei sindacati e dei ministeriali

  14. quali conclusioni, le mie o quelle di uqbal? Perche’ almeno in pubblico non mi sembra che dica le stesse cose di uqbal, in privato non so

    1. vabbe’ ma io non dissento molto dalle tue visto che sulle supplenze lunghe tu vorresti pescare comunque dalla graduatorie. Sul gruppo classe non siamo d’accordo, non so quale sia la posizione di Rossi Doria al proposito pero’ sarei curioso di ascoltarlo.

    2. Precisazione. La differenza tra pubblico e privato non è nel contenuto (siamo tutte persone serie) ma al massimo nei toni e le sottolineature.

  15. Un ultima precisazione: i discorsi tra supplenze e ruolo non sono separati: i punti delle supplenze determinano il ruolo.

    Sicche’ il fatto che un professore sia tornato o meno da un periodo di malattia o una prof.ssa abbia preso o no l’allattamento puo’ determinare i tuoi prossimi trent’anni di lavoro.

    E’ un incubo.

Scrivi una risposta a u. Cancella risposta