Se Micciché avesse le ruote…

Su La Stampa di oggi, Luca Ricolfi affronta un tema interessante e non troppo analizzato dai giornali in questi giorni: la creatura di Gianfranco Micciché – presentata a Palermo un paio di giorni fa – Forza del Sud.

Sostanzialmente Ricolfi fa tre affermazioni: Forza del Sud è l’ultima possibilità per Berlusconi per non essere spazzato via dal Sud (avrebbe il ruolo ricoperto da Alleanza Nazionale nel 1994: l’alleato del Pdl per il Sud, che bilanci quello per il Nord, Bossi); la propaganda anti-meridionale (Ricolfi non lo dice, ma si intende nella sostanza quella leghista) si basa per lo più su pregiudizi e falsi storici; il Mezzogiorno non è tutto uguale. Su quest’ultimo punto Ricolfi scrive alcune parole che chi – come me – fa politica al Nord dovrebbe scolpire tenere sempre a mente.

Il Mezzogiorno non è tutto uguale, e soprattutto non è fermo. Esistono anche realtà ben amministrate (persino nelle regioni di mafia), ma soprattutto c’è una parte della classe dirigente meridionale che si rende perfettamente conto che i soldi sono finiti, che non si può andare avanti come in passato, e che il fallimento delle politiche per il Mezzogiorno è prima di tutto responsabilità del Mezzogiorno stesso, dei suoi politici, imprenditori, comuni cittadini.

A conclusione di questo ragionamento totalmente condivisibile, Ricolfi fa il triplo salto carpiato con avvitamento che ha fatto incavolare una persona solitamente pacata come Pietro. Infatti Ricolfi afferma quanto segue.

Non so se Forza del Sud saprà essere tutto questo, un partito consapevole della forza del Mezzogiorno ma anche delle sue responsabilità e delle sue ragioni. Ancor meno so se un tale partito darebbe più fastidio all’attuale destra o all’attuale sinistra. Ma so che non saremmo in pochi, al Nord come nel resto del Paese, a guardarlo con simpatia e con speranza.

Se si vuole ulteriormente semplificare, Ricolfi sembra dirci che Forza del Sud potrebbe essere quel “partito (del Sud) che non c’è”, da lui (e da Champ’s Version) da tempo invocato. Ma qui sta proprio il primo problema: non è più Ricolfi alla ricerca di un partito “di uomini del Nord e uomini del Sud”? Ha deciso di accontentarsi di un partito forza del solo Sud? Io non credo sia la strada. O meglio, può esserlo, ma in un contesto molto differente da quello attuale (vi ho accennato più di due anni fa, commentando i risultati elettorali e ci tornerò).

Ma il perno della mia critica a queste conclusioni è in realtà un altro. Ed è proprio in quel “non so se” messo all’inizio della frase citata, locuzione che fa peraltro il paio con un’altra frasetta buttata lì all’inizio del ragionamento ricolfiano: “al di là di quello che Miccichè ha detto l’altro ieri a Palermo”. Va bene tutto, ma qui mi sembra il classico “se mia nonna avesse le ruote…”.  Le cose auspicate da Ricolfi Micciché le ha dette oppure no? Forza del Sud vuole rappresentare quei cittadini meridionali “virtuosi” oppure no? Sia chiaro, il discorso di Micciché a Palermo è un buon discorso, ma non trovo accettabile che lo si analizzi come se il politico siciliano avesse effettivamente detto tutte ciò che enuncia Ricolfi, o – peggio ancora – come se venisse direttamente da Marte.

Micciché ha governato questo Paese per sette degli ultimi nove anni e contribuito a decidere chi dovesse governare la Sicilia da quando ha fondato Forza Italia inell’Isola (1994): con quale credibilità può candidarsi a guidare quella classe  dirigente meridionale che – uso le parole di Ricolfi – “si rende perfettamente conto che non si può andare avanti come in passato”? Siamo di fronte a un classico esempio di trasformismo per il quale non vale nemmeno la pena di scomodare citazioni da Tomasi di Lampedusa.

Come sanno bene i miei venticinque lettori, la principale critica che rivolgo alla classe dirigente del centrosinistra è quella di essere inadeguata e non più credibile: se lo dico per la mia parte politica, volete che non lo pensi dei miei avversari? Gradirei altrettanta intransigenza da chi ha il compito di analizzare e commentare il panorama politico del nostro Paese. Tra l’altro commentatori come Ricolfi sono ancora più intransigenti di me quando si parla di Bersani, Fassino o D’Alema (e nello stesso articolo l’esperienza di governo del Pd siciliano è bollata proprio come esempio di trasformismo) e quindi non capisco lo strabismo nel giudicare ciò che si muove nel centrodestra.

A proposito di credibilità del centrosinistra, resta da discutere di un punto: perché commentatori autorevoli e – strabismo a parte – stimabilissimi come Ricolfi non prendono minimamente in considerazione l’ipotesi che quel partito che si mette alla guida di quei cittadini del Sud ricordati sopra possa essere proprio il Pd? Ma questo è un altro post.

29 pensieri riguardo “Se Micciché avesse le ruote…

  1. se domani un pincopalla del pdl si sveglia e dice che berlusconi è in conflitto di interesse e quel partito ha fallito, troverà una pletora di editorialisti sedicenti di centrosinistra che cominceranno a elogiarlo, a evocarlo, a invocarlo, a dire “finalmente torna la politica!” e via discorrendo.

  2. Forza del Sud ha qualcosa a che fare con Lega del Sud, nome che di solito appare quando si parla di Falcone e Borsellino?

    1. trovo convincente la sua analisi su cosa serve oggi all’italia. trovo debole e politicista l’approccio alle possibili soluzioni

    2. il problema e’ appunto quello: le analisi vanno contro le sue idee. Per cui o maneggia coi dati o spara “soluzioni” che non ci azzeccano niente.

      Questa su Micciche’ e’ fenomenale poi. Non si capisce nemmeno perche’ Micciche si e Lombardo no.

      Quello che Ricolfi non capisce e’ che il Sud son quindici anni che offre esperienze politiche positive. Le prime giunte Bassolino a Napoli, la Primavera di Palermo, la Puglia di Vendola. Perche’ queste esperienze falliscono? Ricolfi manco ci prova a fare un’analisi seria su questo, perche’ manderebbe a carte quarantotto la sua idea di federalismo (l’inutile mantra di questi anni) Provateci voi a far andare avanti esperienze positive quando le migliori teste emigrano, e tu sei ridotto a essere mercato di merci e di rifiuti prodotti altrove. E questo senza parlare di mafie. E questi problemi sarebbero risolti dal federalismo? E andiamo su…

    3. è riduttivo dire che la soluzione proposta da ricolfi sia il federalismo. ne riparliamo quando scrivo la seconda puntata sul perché il pd non è credibile

    4. scusa Marco, ma e’ palese che la soluzione proposta da Ricolfi sia “federalista’ nel senso che auspica che nasca un partito del Sud che risolva quelli che ritiene siano i problemi del Sud.
      Mentre invece i problemi sono italiani, nella relazione distorta che esiste tra Nord e Sud: il sud esporta al Nord cervelli e capitali mafiosi, importa dal Nord prodotti e rifiuti. Il punto e’ che entrambi hanno dei vantaggi cospicui nel breve termine in questi scambi perversi.

    5. in questo articolo sembra dire questo, ma come ho scritto nel post lo trovo in contraddizione con quanto detto da lui stesso in altri articoli…

  3. Ehm: “il discorso di Micciché a Palermo è un buon discorso”?

    A parte che per fare un buon discorso servirebbe qualche familiarità con l’italiano, uno che fa un partito sopra l’enunciato fondamentale che “i terroni sono meglio dei polentoni” (min. 23:40), in un paese normale farebbe soltanto l’ennesimo gruppo scemo su facebook.

    1. se è per questo “no allo psiconano” come slogan è anche peggio… intendevo dire che contenuti ce ne sono e sono anche relativamente innovativi. ma questo non può bastare per giudicarlo come se venisse da marte.

      era una risposta a ricolfi

    2. ah beh, se quelli sono i termini di giudizio è inutile discutere: rimarrò per sempre con la curiosità di sapere quali siano i contenuti “relativamente innovativi”.

    3. ascolta il discorso: tutta la parte iniziale non è comune in un politico meridionale. l’idea di un “meridionalismo non piagnone” ad esempio. l’idea di andare a vedere le cause del divario nord sud ecc. ma non voglio difenderlo: sto solo dicendo che può aver fatto il miglior discorso del mondo (e non lo era: era solo un buon discorso), ma questo non basta a indicarlo come il nuovo come ha fatto ricolfi

  4. è il discorso di un piazzista con la terza media, ma che sa vendere la sua merce perché sa lisciare bene il pelo al suo uditorio: da queste parti ne trovi di più bravi in ogni mercato.
    E’ ancora una faccenda di termini di paragone: se il tuo modello di “politico meridionale” è uno come Calogero Mannino, per dire, ti stupisci del fatto che qualcuno tiri fuori dal cilindro argomenti di moda o dall’apparenza problematica. Ma questo è soltanto un cialtrone che quelle questioni le ha orecchiate, e sa tirarle fuori per darsi un tono moderno, perché ci tiene molto, e perché gli serve a mettere le mani su un potenziale di mercato elettorale notevole (ora anche in prospettiva nazionale, come giustamente osserva Ricolfi) che finora era esclusiva di Raffaele Lombardo.
    Ho capito che non vuoi difenderlo, ma se insisti a dire che ha fatto un buon discorso, io insisto a risponderti che era buono per farci l’ennesimo gruppo scemo di facebook. Cioè, un partito di successo.

    1. beh, le dico a te perché sei tu ad insistere con il ‘buon discorso’: non condivido ovviamente simpatie e speranze di Ricolfi, ma so almeno che gli piace nutrirle “al di là di quello che Miccichè ha detto l’altro ieri a Palermo”.

    2. interessante discussione. filosofica, in realtà, ma interessante.

      tu sostieni sia più condivisibile una posizione del tipo “spero in tizio al di là di quello che dice” piuttosto che una che afferma “quello che dice quel tizio può anche essere buono, ma non è credibile quando lo dice e dunque non mi fido e non spero in lui”.

      resto della mia idea

  5. no, io non giudico la posizione: semplicemente non condivido il tuo giudizio.
    Non condivido il credito di Ricolfi a Micciché (l’ho già detto), ma capisco che il suo è un artificio retorico: come dire, facciamo conto (se fosse stato “facciamo finta” l’avresti digerita meglio tu, ma gli sarebbe venuto un altro articolo rispetto a quello che voleva) che tu sia in grado di occuparti delle questioni di cui parli, ecco, sappi che in caso sarebbe una gran bella cosa; condivido invece la tua sfiducia sul personaggio, ma non il giudizio sul buon discorso.
    Schematizzando, insomma: forse Ricolfi non apprezza, ma fa finta di; tu invece apprezzi, ma non ti senti di. Io non apprezzo, né mi sentirei mai di.

    1. ma è proprio questo il tuo errore: ricolfi apprezza eccome. e fa finta di non vedere che da un personaggio così non ti puoi aspettare nulla. quello che intendevo dire nel mio post è: ricolfi non si è inventato quelle cose, miccichè le ha in parte dette, ma… eccetra

      ho usato il termine “buon discorso” per dire che anche io penso che un politico meridionale che dica quelle cose sarebbe utile. e non a caso arriverà una seconda puntata in cui sostengo (ma nella conclusione si capisce) che dovrebbe essere un politico del pd

    2. sto seguendo le tue parole, e mi pare che ci stiamo avvitando attorno a una contraddizione di fondo che forse era nel tuo stesso post.
      Accusi Ricolfi di aprire credito a Micciché “al di là di quello che Miccichè ha detto l’altro ieri a Palermo”, chiedi se “le cose auspicate da Ricolfi Micciché le ha dette oppure no?”, non trovi “accettabile che lo si analizzi come se il politico siciliano avesse effettivamente detto tutte ciò che enuncia Ricolfi”, e ora ti rispondi da solo che “ricolfi non si è inventato quelle cose, miccichè le ha in parte dette”?

      Boh, io non volevo fare l’ermeneutica delle parole di Ricolfi, né mi interessa particolarmente stabilire se ‘quelle cose’ Micciché le ha dette in tutto o solo in parte: mi premeva solo dire che un discorso il cui punto programmatico più chiaro mi pare essere (testuale) “i terroni sono meglio dei polentoni”, tenderei a non giudicarlo un buon discorso.

    3. o viceversa, e comunque l’analisi di Ricolfi e il giudizio di Marco mi sembrano entrambi derivanti da una scarsa conoscenza del Sud

    4. la dico meglio così forse la chiudiamo: la mia era una concessione a ricolfi. ammettiamo pure che abbia detto quelle cose (e in parte le ha dette) eccetra…

      il punto di fondo su cui dissentiamo (credo) è proprio in quel “i terroni sono meglio dei polentoni”. Io non credo che sia querto il suo punto programmatico più chiaro.

      (giuro che su questo non replico più)

    5. mi premeva solo dire che un discorso il cui punto programmatico più chiaro mi pare essere (testuale) “i terroni sono meglio dei polentoni”, tenderei a non giudicarlo un buon discorso.

      o viceversa “i polentoni sono meglio dei terroni”, che e’ poi la vulgata che impera qui al Nord anche nei circoli dei PD.

    6. ma infatti e’ la concessione al Ricolfi che e’ il tuo peccato originale, come da mio primo post.
      ;)

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