Come si elegge un Segretario

Questo post che Sofri Jr. è andato a ripescare ci descrive indirettamente il metodo che usano i Tories per eleggere il segretario del partito (che è automaticamente il candidato premier): selezione fatta dagli eletti per individuare i due più rappresentativi e poi votano gli iscritti scegliendo tra questi.

Gli eletti rappresentano una buona approssimazione degli elettori in quel caso, visto che sono coloro che hanno vinto una competizione in un collegio uninominale. Restano fuori i rappresentanti dei collegi dove i Conservatori hanno perso, ma in compenso si ha una semplificazione del meccanismo eletorale: credo sia accettabile, anche perché la scelta definitiva spetta poi agli iscritti. Questo metodo è esattamente il contrario di quello che utilizza il Pd che fa fare la preselezione agli iscritti e poi chiama tutto il corpo elettorale a scegliere tra i primi tre.

Sarà che ormai è appurato che sono “di destra”, ma io il meccanismo dei Conservatori britannici lo tovo molto più sensato. E molto più efficace.

Share

10 pensieri riguardo “Come si elegge un Segretario

  1. Marco, non sei di destra: e’ il sistema che usano in modo piu’ o meno analogo tutti i partiti inglesi. Selezione da parte del gruppo parlamentare (in quanto il leader del partito e’ anche leader del gruppo parlamentare) e poi selezione da parte degli iscritti.

    Comunque un po’ di destra forse lo sei, perche’ il sistema del partito laburista a me piace di piu’: ogni candidato deve avere il sostegno di almeno un certo numero di parlamentari (cosicche’ dimostra il suo radicamento nel gruppo e anche si evita di avere troppi candidati), poi gli iscritti votano usando il single trasferable vote. Posso mettere i candidati nel mio ordine di preferenza e se nessun candidato ottiene la maggioranza, vengono prese in considerazione le seconde, e poi le terze e cosi’ via preferenze dell’ultimo candidato, poi del penultimo, ecc… finche’ uno dei candidati non ottiene la maggioranza assoluta.

    1. però i parlamentari non sono stati nominati come da noi, quindi mi pare difficilmente applicabile al pd

  2. LA cosa che non mi convicnce del metodo tories, è che rimangono fuori le areee dove sono più deboli. Quindi applicandolo al nostro paese, la Lombardia e il Veneto non avrebbero voce in capitolo. E secondo me è proprio quesot uno dei motivi per cui continuiamo a perdere da queste parti, perchè gli amministratori locali non hanno voce in capitolo nella politica del partito

    1. Il senso del post non era quello di sposare in toto il metodo tories (peraltro mi sono già convertito a quello labour…), ma che ha più senso un metodo che agli elettori fa selezionare i candidati più graditi e agli iscritti fa scegliere tra i primi quattro o cinque di questi

  3. Marco, mi sa che nel frattempo ti riconverti al metodo tory, perche’ il Labour ha cambiato ancora e le prossime elezioni del leader saranno fatte con il voto suddiviso in tre collegi elettorali (uno per parlamentari e europarlamentari, uno per gli iscritti e uno per le “socialist societies”, cioe’ trade unions e altre organizzazioni affiliate). Sempre con l’alternative vote, ma ogni collegio (indipendentemente dal numero complessivo dei voti) vale solo un terzo del totale… Quindi agli iscritti viene tolto molto potere!

    Per quanto riguarda il commento di Tomaso, non capisco dove sia lo scandalo: in un partito si conta per quello che si rappresenta e non vedo perche’ gli iscritti di Varese (che sono 4 gatti, con tutto I’ll dovuto rispetto) debbano contare di piu’ degli iscritti di Modena (tanto per fare un esempio a caso): una testa, un voto e’ il mio ideale.

    1. oggi il peso dei territori nelle assemblee elettive del pd è calcolato con un metodo misto: contano per il 50% gli iscritti e per il 50% i voti. Mi sembra una buona mediazione

  4. @ Lazzaro, il mio commento era riferito al fatto che se il partito rimane centroitaliacentrico non avrà grandi chance di capire altre zone del paese e in particolare il nord che mi sembra non capisca minimamente

Lascia un commento