Ranieri, Mourinho e il Pd

Questo post deluderà molto tutti quelli abituati a leggere il mondo con un unico termine di paragone: Massimo D’Alema. Voi direte “ma non esistono persone così” e invece esistono e qualcuna la candidiamo pure alle elezioni. Il commento su Facebook di una di queste persone ad un mio post sulle primarie è stato: “le analisi di uno che dice che D’Alema gli sta simpatico sono certamente sbagliate”. Una vera ossessione…

Il sondaggio de L’Espresso sul ricambio generazionale nel Pd (l’ho commentato qui) ha infatti avuto una coda di polemiche in rete (ne parla Luca qui) che hanno visto coinvolto l’hacker “dalemiano” Matteo Orfini. Beh, mi spiace deludere chi ragiona come sopra, ma devo confessare che non ho votato per lui; a dire il vero non ho votato per nessuno, ma questo è un dettaglio. Tra l’altro, non solo non ho votato per lui, ma ho trovato la migliore analisi sull’argomento l’ha fatta un altro dei candidati in lizza: Ivan Scalfarotto, probabilmente il meno “dalemiano” di tutti. Quanto ha scritto sul suo blog a mio avviso coglie l’essenza del problema: il leader di cui abbiamo bisogno (in generale, mica solo per il cosiddetto ricambio) è quello capace di far crescere una squadra.

Sarà che sono tra i più anziani della lista, ma io non credo proprio che nessun ricambio generazionale sia possibile se non avviene in modo corale, basta guardare quello che sta succedendo in Gran Bretagna

Detta così sembra la solita frase “buonista”, ma mi sono anche rotto di quelli che ogni volta che si prova a dire qualcosa di buon senso ti dicono che sei scontato, facilone o buonista. Sapete bene che penso dell’interprete massimo del buonismo, ma non voglio fare lo stesso errore denunciato in principio e dunque mi sforzo di valutare se una frase apparentemente buonista ha un suo fondamento.

E – per restare alla stretta attualità – sono fermamente convinto che al Pd serva un Ranieri, non un Mourinho. Un Ranieri con quel pizzico di fortuna in più che ci consenta di arrivare primi, ovviamente.

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4 pensieri riguardo “Ranieri, Mourinho e il Pd

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