Tanto rumore per nulla? Ancora su Sofri e Calabresi

E così aveva ragione chi sosteneva che Sofri stesse scrivendo un libro su Pinelli quando diede vita ad una recente polemica con il figlio di Calabresi. Il libro si intitola La notte che Pinelli e uscirà il 15 gennaio per i tipi di Marsilio.

Non vedo l’ora di leggerlo. Stimo Sofri, adoro come scrive (un’anticipazione la trovate qui) e sicuramente ha una conoscenza dei fatti più approfondita di molti altri. Spero solo si limiti alla notte del titolo e non si soffermi sulla mattina del 17 maggio 1972. Come ho già detto altrove, sarò retrò, ma secondo me di Calabresi, o più precisamente del suo omicidio, Adriano Sofri dovrebbe parlare il meno possibile.

Aspetando il libro, torno per un attimo a quella polemica del settembre scorso. Ricordate? Il senso era: l’omicidio Calabresi non fu un atto di terrorismo e dunque sbaglia il figlio a considerarsi un parente di una vittima del terrorismo.

Ci torno perchè se sono vere le anticipazioni dell’Espresso, Adriano Sofri sembra aver cambiato opinione, visto che scrive:

Di nessun atto terroristico degli anni ’70 mi sento corresponsabile. Dell’omicidio Calabresi sì, per aver detto o scritto, o per aver lasciato che si dicesse e si scrivesse, ‘Calabresi sarai suicidato’.

Magari è solo una frase estrapolata dal contesto e non vuol dire niente. Ma fino all’uscita del libro lasciatemi sperare che non sia così…

7 pensieri riguardo “Tanto rumore per nulla? Ancora su Sofri e Calabresi

  1. Io trovo invece che sia giusto che Sofri, che anch’io stimo profondamente per quello che scrive e per come scrive, si assuma la responsabilità etica, in qualità di leader carismatico, dell’assassionio clabresi. Io non so se abbia dato dirette istruzioni a Marino, personalmente tenderei a non ritenerlo così fesso da aver fatto una cosa del genere, a di sicuro ne ha mandate a pioggia di indirette, ad un pubblico, a quel tempo troppo facilmente influenzabile ed infiammabile.
    Per fare un esempio dei nostri giorni sarebbe come se Ahmadinejad bruciasse in pubblico una bandiera di Israele, ora se poi partono i razzi da Gaza (anche qualora non li finanziasse lui, cosa che forse fa) ne avrebbe comunque la responsabilità. Spero che apprezzerai il mio sforzo di fare un esempio filo israeliano.

  2. L’esempio non è proprio calzante, visto che il leader iraniano li fornisce quei razzi e non si “limita” a dire che cancellerà lo stato di israele dalle cartine geografiche

    Su Sofri, io ovviamente non ho detto che non deve assumersi la responsabilità morale di quel delitto (ce l’ha ed è abbastanza intelligente da saperlo; ora ha finalmente deciso di dirlo anche agli altri). Il mio riferimento era alla polemica con Calabresi Jr. e al fatto che non può essere chi è stato condannato per un delitto a discettare su quel delitto. In particolar modo se si proclama innocente (nel merito di quel processo la mia l’ho già detta e non mi ripeto: se ti interessa segui i link all’inizio di questo post)

  3. Direi che sebbene non sembri siamo d’accordo sula maggior parte delle questioni citate, ovvero che Sofri abbia responsabilità morale, che se ne debba assumere la responsabilità. Concordo anche sul fatto che l’esempio sia tirato epr i capelli (io stesso tra aprentesi dico che già “FORSE” li fornisce), è che volevo evitare la mia solita polemica con un esempio filo palestinese sul blog di un amico iscritto a Sinistra per Israele.
    Infine forse non sono sicuro di essere d’accordo sul fatto che un condannato non possa discernere del delitto di cui è appunto condannato. Diciamo che non dovrebbe fornire valutazioni morali sull’accaduto, ma deve pur essergli permesso di continuare ad esprimere la propria idea.

  4. Quello che non puo’ fare e discettare. Soprattutto se ha uno stile retorico un po’ saccente: nulla contro uno stile cosi’ (e’ anche il mio), ma seppur affascinante devi accettare che ti limiti un po’ se ti condannano per omicidio :-)

    E su una cosa comunque non transigo: parlane pure se proprio ti va, ma non ti permettere di polemizzare su quell’argomento con il figlio

  5. Del processo contro Sofri, anzi dei processi, ne sono stato risparmiato perchè si sono svolti per la maggior parte mentre me ne stavo a lavorare in California. Processo nato nell’interno della Sinistra (la Magistratura) con un pentito di Sinistra (Marino) dei colpevoli di sinistra e tante prove indiziarie. Mai avuto nessuna idea se colpevole o no. Mi è sempre sembrato un omicidio fatto da “servi sciocchi” seguito alla frase scocciata di un capo molto pieno di se stesso che avrà urlato: “Ma possibile che nessuno sia capace di liberarci di questo Calabresi?”. Stile “Omicido nella Cattedrale” o per stare più vicini a noi Benito Mussolini che inveisce contro Matteotti e una squadraccia guidata da Dumini lo rapisce e lo uccide. Ho chiesto ad un mio vecchio collega che in quegli anni frequentò Sofri e tutto l’ambiente di LC. Questo mio amico era un anarchico toscano individualista che poi si era molto calmato, tanto da lavorare in una Multinazionale USA. Anche lui non credeva in una colpa diretta, ma non ne aveva le prove. Mi diceva però che più grande dell’intelligenza (notevolissima) Sofri aveva uno smodato egocentrismo e pensava di se stesso di valere molto di più di quanto non fosse poi in realtà. Sotto questo aspetto di Ubermensch, forse potevano sorgere dei dubbi. Disse veramente di lui che era uno “str…o” di prima categoria. Insopportabile. Anche adesso non è che sia molto migliorato!

  6. Ho letto proprio ieri (in un mozzico e con grandissimo ritardo) il libro di Calabresi. E ne sono uscito ancora più convinto di ciò che tu sostieni da tempo: è bene che Sofri si tenga ala larga dal parlare di quella mattina di Milano.

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